Cani e gatti nelle Opere d’Arte

Il nostro amico a quattro zampe fa ormai parte della vita dell’uomo in maniera totalizzante. Non è casuale il fatto che grandi artisti del passato e del presente lo hanno raffigurato in molte opere.

Gli artisti di tutto il mondo raffigurano e reinterpretano, in maniera più o meno fedele, quello che li circonda e che ha un significato particolare per loro. I cani in quadri famosi, allora, non possono certo mancare. Come non sono pochi gli esempi di sculture di tutte le dimensioni. Le tecniche sono tante, così come gli stili che possono riprodurre i soggetti in senso letterale o metaforico. In questo modo riempiono i musei, le pagine dei libri e sul web possiamo ammirarli anche a costo zero. Ma cerchiamo di fare un excursus che renda loro giustizia.

Cani che giocano a poker di Cassius Coolidge

Se parliamo di cani in quadri famosi, al primo posto non può che esserci forse il dipinto più celebre della serie. Alcuni cani attorno a un tavolo da poker, intenti a giocare.
L’autore è il noto fumettista Cassius Coolidge, ed è particolarmente apprezzato per aver rappresentato i nostri amici a quattro zampe in un contesto e in atteggiamenti umani.
Si tratta di una serie di sedici dipinti, che hanno portato alla fama mondiale l’artista, realizzati su misura dall’agenzia pubblicitaria Brown & Bigelow per la realizzazione di un calendario di un’azienda di sigari.

Anton Van Dyck

Tra i cani in quadri famosi non possiamo non citare la tecnica fuori dal comune e la complessa composizione dell’immagine di Anton Van Dyck. Uno dei suoi dipinti più celebri ritrae i cinque figli di Carlo I. Al centro dell’immagine un massiccio Mastino, leale e devoto alla famiglia reale. All’occhio salta senza dubbio il volto del giovane principe, il colore del suo costume in contrasto con quello del cane. A riportare l’attenzione sul quadrupede è la mano del neonato che si rivolge proprio a lui, cercando di avvicinarsi. L’ennesimo esempio di come gli animali abbiano avuto un ruolo di primo piano nell’evoluzione artistica europea e non solo. La dimostrazione di quanto il ‘gap comunicativo‘ tra cane e essere umano si stia sempre di più riducendo.

Ritratto dei coniugi Arnolfini

Per quanto riguarda l’iconografia profana, è possibile scorgere il cane come fedele amico dell’uomo soprattutto nei ritratti. In grembo a una figura femminile, così come nei ritratti dei coniugi, diventa simbolo di fedeltà coniugale.
Una delle opere più note dove compare il cane è il Ritratto dei coniugi Arnolfini dipinto da Jan van Eyck nel 1434, che è anche uno dei quadri simbolo della tradizione fiamminga, dove l’attenzione è centrata sulla rappresentazione dei dettagli. Qui, come nella Vanità di Hans Membling, compare una razza particolare: il griffone. La sua indole dolce e fiera lo spinge ad attaccarsi molto al suo padrone e, in questi casi, rappresenta proprio l’amore e la fedeltà.

Buona notte di Arthur Elsie

I cani in quadri famosi spesso vengono ritratti durante lo svolgimento della vita di tutti i giorni, ed è proprio il caso di Arthue Elsie. All’epoca della Buona notte, la classe della media borghesia sempre più in auge infatti preferiva le scene familiari, e l’artista ne ha tenuto conto.

 

Lorenzo Lotto, Annunciazione di Recanati

Nonostante l’occasione solenne, il set è una stanza come tante, popolata da piccoli mobili, un inginocchiatoio, stracci e oggetti quotidiani. Non può mancare il gatto di casa, che fugge atterrito alla vista dell’Arcangelo. Il suo comportamento è dettato dalla sorpresa che condivide con la padroncina Maria? O dalla paura della luce divina, pronta a schiacciare il demonio? Lotto ci lascia nel dubbio, sospesi tra la bellezza della rappresentazione naturalistica e la rete di significati simbolici spesso nascosti nei suoi quadri.

 

Gatto e uccello di Paul Klee

Se Picasso vide nei gatti l’energia pura e aggressività dell’istinto, Chagall diede loro forme antropomorfe esprimendo sentimenti di dolcezza, misticismo, nostalgia, mentre Matisse li trasportò nelle sue tele colorate come insostituibili compagni di vita. Gatti e avanguardia, insomma, sono legati in un unico destino. Questo dipinto su garza di Paul Klee sintetizza astrazione e figura, realtà e sogno infantile in uno straordinario gioco cromatico. Oltre a illustrare ricerche sulla luce e sul colore svolte dall’artista durante il suo viaggio in Egitto, questo “gatto cosmico” ci parla dell’amore di Klee per i suoi amici a quattro zampe: Nuggi, lo “spirito della casa”, Fritzi, il dio felino, e il candido Bimbo, che lo accompagnò negli ultimi dieci anni della sua vita.

Gli amanti di mia moglie di Carl Kahler

Nella sua residenza di Buena Vista, in California, la signora Kate Birdsall Johnson ospitava 350 gatti, curati da un’apposita squadra di camerieri. Sul finire dell’Ottocento contattò il pittore di cavalli Carl Kahler, che per tre anni non avrebbe avuto altro da fare che ritrarre i fortunati felini. Kahler non aveva mai dipinto un gatto prima di allora, ma se la cavò a meraviglia. Per questo quadro furono scelti 42 esemplari, “i più amati”, con al centro lo splendido Sultano. Il titolo fu una creazione di Mr Johnson, evidentemente estenuato dalla passione della moglie. Lei, convintissima, lasciò nel testamento 500 mila dollari ai suoi gatti per garantire loro cure perpetue e ogni comfort. Il quadro è stato venduto da Sotheby’s nel 2015 per 826 mila dollari.

 

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